sabato 2 marzo 2013

Ciclabile della Val Seriana: spina dorsale per un nuovo turismo?

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Ieri, io e Rossana, abbiamo completato il percorso dell’intera pista ciclopedonale della Val Seriana. Abbiamo fatto tre uscite, percorrendo ogni volta circa un terzo della pista che misura, secondo le indicazioni poste sui cartelli segnaletici, 31,2 chilometri, per cui abbiamo camminato per un totale di circa 90 chilometri, di cui una ventina (il tratto finale che arriva a Clusone) percorsi sulla pista ammantata di candida neve!. Visto la tipologia delle nostre passeggiate (la prima parte “andata”, la seconda parte “ritorno”), si può dire che abbiamo visto la pista nelle due direzioni.
È stata un’esperienza molto positiva, non solo per la soddisfazione di aver trascorso alcune giornate camminando “...sulle strade della mia prima maratona”... anche perché è stato bello poter camminare su un tracciato ben segnalato e ben curato.
Tratto finale Ciclovia Val SerianaDesidero qui esprimere alcune nostre considerazioni, che sicuramente potranno essere condivise da chi ha già percorso la pista (a piedi o in bicicletta) e nello stesso tempo, spero di suscitare un po’ di curiosità nei lettori che non l’hanno mai percorsa e magari di far venire loro la voglia di provare direttamente il piacere di camminare il una valle ricca di storia e di cultura.
Per prima cosa vorrei segnalare la grande collaborazione che deve esserci stata tra tutti i comuni che sono attraversati dalla pista ciclopedonale. Per una volta si è riusciti a superare l’impulso di egoismo, che molte volte non permette una collaborazione intercomunale e spinge a fare ognuno per proprio conto, magari con tempi e modalità diverse. Il risultato è che tutto il tracciato è ben curato e non si nota il passaggio dal tratto gestito da un comune a quello gestito dall’altro. La manutenzione è costante (sono stati resi agibili i tratti invasi da piante cadute dopo le recenti nevicate). Numerosissimi cartelli indicano non solo la posizione, la distanza percorsa e quella da percorrere per raggiungere il prossimo cento abitato, ma ci sono cartelli indicanti zone di attrazione turistica “fuori percorso” e piste ciclabili collegate.
Numerosissime sono le aree attrezzate per le soste, alcune delle quali anche con giochi per bimbi. Interessantissima un’area dedicata alle spiegazione “geologica” della valle: qui non ci sono le foto delle pietre: ci sono proprio le pietre, per cui sarà per tutti facile individuarle nel cammino.
Altro punto a favore del tracciato è la presenza di numerosi ponti per l’attraversamento del fiume Serio, alcuni dei quali vecchi si secoli e ricchi di storia, altri moderni e perfettamente inseriti nel panorama locale. Infatti, pur avendo nuove linee architettoniche, sono per la maggior parte fatti di legno.
Infine sono presenti numerosi posti di ristoro ben segnalati (uhm... forse per la segnalazione della distanza del chiosco posto vicino al Ponte del Costone hanno usato un metro lungo 200 centimetri, per cui la distanza segnalata è la metà di quella effettiva...), molti dei quali posti lungo la pista. Per i più tecnologici, per quelli a cui non può mancare il collegamento ad internet per più di un ora segnalo che ci sono numerosi “hot spot” gratuiti. Se non proprio in pista... almeno lì vicino!
Ma perché facevo riferimento alla colonna vertebrale? Perché partendo dal fondovalle (la colonna appunto) è possibile accedere a numerosissime opportunità che vanno dalla degustazione di prodotti tipici, alla visita di paesi ricchi di storia, dalla meditazione in santuari posti in luoghi più appartati e alla percorenza di sentieri certo un po’ più difficili e meno frequentati, ma altrettanto curati e ben segnalati.
Queste possibilità sono offerte sia sul versante sinistro che sul versante destro della valle, creando idealmente “le costole” unite alla colonna.
Non ho citato di proposito paesi, sentieri, santuari a cui si può accedere e questo per due motivi. Il primo è che sicuramente ne avrei dimenticato qualcuno ed il secondo è per non togliere a voi lettori (questa volta spero siate numerosi) la soddisfazione della scoperta.
Da ultimo segnalo la presenza di numerose industrie e centrali idroelettriche, molte delle quali non più in funzione, che rendono la valle un museo “all’aperto” di archeologia industriale. Questo sarà il mio prossimo compito: studiare la storia industriale della Valle, che era una delle più importanti, soprattutto per quanto riguarda la produzione tessile e dalla quale partivano i mercanti alla volta delle principali città Europee con le loro mercanzie. In fondo anche questa è cultura.
Potemmo dire che la val Seriana era la Cina dell’ottocento!
Spero non solo di non avervi annoiato, ma di aver suscitato in voi un po’ di quella sana curiosità, per cui deciderete di “far un salto” in Val Seriana, anzi sulla ciclopedonale della Val Seriana, per vivere direttamente sensazioni ed emozioni.

Monumento papero Piero
Un po' di vernice & tanta fantasia: il monumento al Papero Piero



© Foto Fausto Dellapiana 2013

1 commento:

  1. Bella descrizione di un percorso per noi lontano, ma che faremo sicuramente!
    Grazie dei precisi consigli ed informazioni

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